venerdì 10 giugno 2016

Orate In Foce A Bolognese

Solitamente la pesca nelle foci a galleggiante è associata soprattutto a spigole e cefali. Questi ultimi addirittura risalgono il letto del fiume anche per chilometri. In particolari condizioni però, in questi affascinanti spot, è possibile pescare anche le orate. Vediamo in che modo.

Prima di tutto bisogna dire che l'orata a differenza dei cefali e delle spigole, ha pochissima tolleranza alle acque dolci, quindi per poterla pescare in questi luoghi di bassa salinità, dovremo recarci su foci abbastanza grandi, dove l'acqua del mare riesce a penetrare con più facilità nel letto del fiume. Sono presenti in foce nel periodo caldo dell'anno, da maggio a fine settembre.


Le orate in foce a bolognese, riusciremo a pescarle solo ed esclusivamente nei momenti a cavallo dell'alta marea, 1-2 ore prima e 1-2 ore dopo il culmine di essa, quindi prima di tentare sarà indispensabile consultare le tavole di marea.
Con l'innalzarsi delle acque del mare, queste cominceranno ad entrare nel fiume, opponendosi alla corrente. Quando si verifica tale situazione, noteremo che le acque del fiume si presenteranno ferme.
Un'altro fattore importante da tenere in considerazione, è quello della pressione atmosferica. Le orate nelle foci entrano in frenesia alimentare nei momenti di bassa pressione, quindi con cielo nuvoloso.

Una volta arrivati sul luogo di pesca, pescheremo il più possibile sotto sponda, perché è qui che le orate risalgono il fiume, cibandosi dei gamberetti e degli anellidi presenti.

Gli aspetti più importati per pescare le orate nelle foci sono quelli sopra elencati, perché per quanto riguarda la montatura da eseguire, sarà una classica della pesca a bolognese, leggermente "più statica".
La lenza madre sarà dello 0,20. Su di essa metteremo un galleggiante da 2 grammi. La piombatura sarà composta da un raggruppamento di piombioni in basso, poco prima del terminale. Potremo utilizzare anche una torpille seguita da qualche piombino. Il terminale dello 0,16 - 0,18, avrà una lunghezza massima di 70 centimetri e l'esca dovrà lavorare direttamente sul fondale. Questa montatura caratterizzata dalla "poca leggerezza" sarà adatta alle orate, le quali come sappiamo sono pesci grufolatori, e sono abituate, a differenza delle spigole, a cibarsi di prede statiche sul fondale.

Come esca utilizzeremo il saltarello veneziano, che è molto resistente, oppure i bigattini. La pasturazione in entrambi i casi la faremo con i bigattini, facendo molta attenzione alla corrente, la quale potrebbe portare le larvette in lontanaza e con essi le orate. 

Durante il recupero facciamo molta attenzione, perché l'orata nelle foci stanzia sul fondale dove è presente la fascia di l'acqua salmastra, che essendo più pesante rimane in basso. Quando col recupero cominciamo a far risalire il pesce, quest'ultimo arrivato verso la fascia di acqua dolce più in alto, punterà il fondo con decisione, quindi dovremo essere abili con la frizione del mulinello.

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